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Le News

Il latte di alta qualità? Viene da Nepi

L'azienda agricola "Latte di Nepi" aderente a UnicaItalia racconta la sua attività imprenditoriale sul qotidiano "Il Messaggero" di Venerdì 26 Gennaio. 

 

"La prima impressione è quella buona e già da come si presenta al visitatore - con una segnaletica puntuale e chiara - si capisce che l’azienda ha una direzione, una strategia, sa dove vuole andare. Nepi, tra gli ultimi avamposti della Tuscia Viterbese, che poi dolcemente lascerà il posto all’agro romano. Oltre 180 ettari, rilevati nel 2010, e trasformati in un centro d’eccellenza per la produzione di latte, mozzarella, yogurt, formaggi freschi e semistagionati. All’interno dello stabilimento una centrale a biogas in funzione 24 ore su 24 - la prima in un’azienda del Centro Sud - che attraverso un procedimento anaerobico trasforma il letame (ma anche ortofrutta e in genere scarti di lavorazione) in energia elettrica, in gran parte (oltre l’80%) rivenduta sul mercato. “Con questo impianto abbiamo vinto il premio Legambiente ‘Un bosco per Kyoto’ – dice Michele Bruni, 31 anni, ingegnere gestionale, figlio di Enrico, titolare dell’azienda insieme al fratello Aldo – e pensare che erano venuti anche con un po’ di prevenzione nei nostri confronti: poi hanno visto e ci hanno premiato”. Non è un caso se la azienda agricola di famiglia con i suoi 12mila litri giornalieri, sia la seconda stalla del Lazio per produzione.
Tutto è sotto controllo. Ambienti protetti per mungitura e imbottigliamento, certo come vuole la legge, ma andando anche oltre i dettami normativi, con la barra dritta sulla qualità. Una cura del dettaglio, data anche dagli ingenti investimenti effettuati da chi può veramente dire – e sono pochi in Italia – di chiudere interamente la filiera. Tutto nasce da Enrico, una laurea in legge e dieci anni di esperienza alla Polenghi (“dovevo restare sei mesi e occuparmi dell’ufficio legale. Ho fatto tutt’altro – soprattutto il commerciale - e non per sei mesi”) e da suo fratello Aldo, veterinario. Decidono di rilevare l’attività paterna e investirci, grazie anche alle competenze che i due hanno maturato. Siamo a metà anni Ottanta, quando già si intravedono i sintomi di quella crisi che avrebbe rivoluzionato il settore: un vero rischio, quindi, supportato però da passione, sacrificio e intelligenza. L’azienda – circa 400 ettari a Sutri – per anni produce latte crudo, vende cioè il latte appena munto a dei clienti finali che questi trasformeranno poi in prodotto finito (latte e latticini). Una quindicina di anni fa il grande salto, con l’acquisto del marchio e dei vecchi stabilimenti Latte di Nepi. Nel 2010 il trasferimento nella sede attuale,mucche oltre che a Sutri sono presenti anche qui), ma un’industria vera e propria premiata, come detto, con uno dei massimi riconoscimenti ambientali. “Produciamo abbattendo di circa l’80% le emissioni – spiega Michele – e con il nostro marchio siamo presenti nel Lazio e in Campania. Circa tre quarti della produzione se ne va confezionando per altri marchi della grande distribuzione”. Se sul latte o sulle mozzarelle vendute con il marchio di qualche noto supermercato si trova scritto “prodotto a Nepi” significa che è fatto qui. “Partiamo dall’erba che mangiamo le mucche – continua – passando per la mungitura, l’imbottigliamento, l’etichettatura e la distribuzione. Anche con un nostro punto vendita”. Così la filiera è davvero chiusa, tutto con tecnologia all’avanguardia, da azienda svizzera, e con un particolare non trascurabile: l’integrazione tra settore primario (agricoltura) e secondario (industria) qui è realtà e dà la possibilità di conoscerli da vicino entrambi. Michele, tra l’altro, siede anche nel direttivo della Sezione alimentare di Unindustria, dove porta la sua esperienza.
Complessivamente (tra Sutri, Nepi e il negozio sempre a Nepi) l’azienda dà lavoro a una settantina di persone, alle quali va aggiunto l’indotto rappresentato da trasportatori, consulenti, commerciali. Michele Bruni con i fratelli Lorenzo e Saverio e il cugino Ernesto figlio di Aldo assicurano la continuità. Forse non c’è un segreto in questo piccolo gioiello tutto viterbese o forse sì, un segreto che poi può essere replicato in ogni ambito della vita: l’azienda è semplicemente gestita da persone perbene.
"

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